martedì 20 ottobre 2015

La Cartina Sbagliata

Stiamo camminando, vagando per la strada.
Non sappiamo bene dove andare ne con chi, forse non abbiamo azzeccato il bivio giusto, preso la scorciatoia che alla fine ci ha fatto allungare la strada.
Stiamo viaggiando con una cartina sbagliata, o se è quella giusta è illeggibile: critpata.
Non ci hanno dato il codice, la password, la parola d'ordine o il dizionario adeguato. Ma vogliamo continuare a camminare, andare avanti.
Fino al precipizio.
Ancora non riusciamo a decriptare il segnale.
E di colpo precipitiamo.
Caduta libera.
Cuore in gola.
Brividi nella schiena.
Quando ti senti per un momento mancare, un salto allo stomaco... come quando da bambini ci lasciavamo cadere sul letto per provare il brivido della caduta libera.
Ma la nostra caduta non è libertà. Forse è diventata schiavitù delle abitudini, dei post, degli aggiornamenti di stato, dei tweet e dei like. Schiavitù della connessione, delle mail push e delle foto con i filtri.
E continuiamo a cadere senza che nessuno ci prenda, senza trovare un ramo che sporge al quale aggrapparci.
Stringiamo la nostra cartina tra le mani... sperando che ad un certo punto si trasformi in un paracadute. Ma non si apre, non diventa tela. Non diventa zaino di salvezza. Non c'è kit di sopravvivenza.
Ci chiediamo cosa abbiamo in quella sacca apparentemente vuota che abbiamo in spalla... e in verità cosa c'è davvero lì dentro? Solo quello che abbiamo portato con noi, niente di più. Abbiamo scelto - bene o male - cosa portare nel nostro fagotto.

Ci salverà la vita o ci lascerà andare via...

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